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Ballerine sulle note del TamuréUna delle cose più belle della storia delle religioni é il numero incredibile di somiglianze che si possono ritrovare in credenze distanti fra loro anche migliaia di chilometri e di anni. Per fare un esempio, proviamo a spostarci molto lontano, verso l’Oceania, e più precisamente in Polinesia. Non negatelo: chiunque un giorno avrà sognato di stare disteso su una sdraio di Tahiti, sorseggiando una bibita fresca mentre delle isolane vestite di un semplice pareo e costume in fibra vegetale, con un fiore fra i capelli, ballano sensuali sui ritmi di una melodia derivante da strumenti quali l’Ukulele o il Pahu.

Ebbene, quanti di voi sanno che queste danze, oggi sinonimo di esca per i turisti, sono in realtà i resti di alcune pratiche religiose millenarie, solo in parte distrutte dai soliti missionari cattolici che, una volta sbarcati sulle isole, imposero i loro tabù, reprimendo i credi locali ed obbligando gli isolani a sfuggire alle persecuzioni nascondendosi?

E soprattutto, chi riesce ad immaginarsi la faccia del primo pastore timorante dei peccati carnali che, Bibbia in mano, si trovo’ di fronte un metro e ottanta di bellezza che ballava con indosso un reggiseno ricavato da gusci di noci di cocco (esistono davvero)? Ma sto divagando.

Storia del Mondo

Tutto comincia quando Ta’aroa, il Dio Supremo, stanco di vivere solitario nella sua conchiglia (un bell’esempio di come gli uomini creino le divinità a propria immagine e somiglianza), decise di popolare il nulla in cui viveva usando i pezzi della conchiglia stessa, ed il suo sangue e le sue lacrime per dare colore e riempire i laghi ed i mari. Una volta creato il mondo, fu la volta di numerose divinità minori, fra i quali Ru e Maui, ai quali diede il compito di esplorare le terre da lui create.

Maui tento’ addirittura di riunire le varie isole dell’arcipelago per formare un unico continente (isole che in realtà erano viste come enormi pesci), impresa che purtroppo non riusci’ a causa delle enormi dimensioni della più grande, Tahiti. Miglior successo ebbe nell’imprigionare il Sole in un’enorme cappello per impedirgli di viaggiare troppo veloce, producendo cosi un giorno troppo corto per le attività polinesiane. Un fatto interessante: il nome del Sole é lo stesso di quello Egizio, Ra!

Gli Eroi

Alla religione polinesiana non mancano certo i propri eroi: da Pai, che rivestito di un tessuto donatogli da Ta’aroa stesso, giro’ il mondo compiendo decine di imprese, fino ad Hiro, che rispecchia perfettamente lo spirito di quelle isole: dongiovanni, sprezzante del pericolo, grande forza fisica… Certo, non era necessaria la bellezza per conquistare i cuori delle giovani donne: Pahero’o, ad esempio, era un eroe particolarmente brutto, che pero’ si guadagno’ rispetto ed amore grazie al suo coraggio ed al suo senso dell’onore.

Gli Eroi rappresentavano, esattamente come nella cultura Greco Classica, degli esempi di persone da seguire per poter vivere al meglio la propria vita, incarnazioni delle virtù umane ma anche dotati di difetti che spesso li trascinavano in guai tremendi.

Una leggenda al giorno

Le tradizioni di quelle isole, riportate principalmente per via orale, non temono certo confronti in quanto a quantità e bellezza con qualunque altra mitologia. Tanto per citare due esempi:

  • C’é la leggenda della cosiddetta “Vergine delle Tenebre“, che inorridita dopo essere andata a letto con il suo stesso padre senza saperlo, si rifugio’ nel regno delle Tenebre promettendo di portare con sé continuamente le persone sulla Terra. In questa maniera, in effetti, i Tahitiani davano spiegazione della morte, che non poteva essere stata creata da un Dio buono come il loro.
  • Quando all’inizio parlavo di coincidenze, non mi riferivo solamente al fatto di avere un pantheon politeista associato agli elementi naturali, o all’essere stati perseguitati dagli Europei. I polinesiani hanno, ad esempio, anche il loro mito del Diluvio Universale, provocato da un Dio del Mare arrabbiato con un pescatore che si era impigliato nei suoi capelli, ed al quale gli umani sopravvissero salendo sulle proprie piroghe portando con se alcune coppie di animali (proprio come fece Noé con la sua Arca).

Per scoprirne di più sulle leggende e credi Polinesiani:

Pagina abbastanza approfondita su Tropiland.it
Il Tamuré (danza polinesiana) su Wikipedia (in Inglese)

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